In questo articolo, esploreremo la spiritualità nell’epoca coloniale in India, con un particolare focus sulle opere dell’autore francese Pierre Loti.
Durante l’epoca coloniale in India, la spiritualità indù e buddista subì una significativa influenza occidentale. La presenza dei colonizzatori europei, in particolare i britannici, portò a un cambiamento profondo nella società indiana, con l’introduzione di nuove idee e valori, tra cui il cristianesimo. Tuttavia, l’influenza occidentale non fu esclusivamente negativa per la spiritualità indiana. Alcuni colonizzatori, come il francese Pierre Loti, furono profondamente interessati alla cultura e alle tradizioni indiane e cercarono di comprendere e apprezzare la spiritualità indù.
Pierre Loti (pseudonimo di Louis Marie-Julien Viaud) fu un ufficiale della Marina francese e scrittore di origine bretone. Durante la sua carriera navale, viaggiò in numerose parti del mondo, tra cui l’India, dove fu profondamente colpito dalla spiritualità indù. La sua opera più famosa sull’India è il romanzo “Aden”, pubblicato nel 1879, che descrive la sua esperienza di vita in un porto indiano.
Loti fu particolarmente interessato alla spiritualità indù e, in particolare, alla filosofia dell’advaita vedanta. Questa filosofia afferma che l’essenza della realtà è unico e indivisibile, e che tutte le cose sono parte di un unico cosmo. Questa visione del mondo è molto simile alla spiritualità di Loti, che cercava di vedere l’universo come un interconnesso di energie e forze spirituali.
Nel suo romanzo “Aden”, Loti descrive il suo desiderio di trovare una spiritualità più profonda e autentica di quella che trova…
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